Orizzontale o verticale?

Dal 2007, anno in cui è uscito sul mercato il primo smartphone Apple, il mondo dell’intrattenimento ha iniziato una lenta ma costante trasformazione verso la creazione di contenuti “verticali”.

Le origini di questo passaggio sono dovute principalmente al design dello smartphone: è infatti più naturale vedere e registrare i contenuti direttamente in verticale.

Per andare incontro agli utenti quindi, la maggior parte dei social si è adeguata impostando il proprio “feed” in altezza anziché in larghezza. Prima nell’interfaccia e poi nei contenuti, con un’accelerazione ancora maggiore dal 2 agosto del 2016 quando Instagram ha aggiunto la funzionalità delle stories.

Anche i nostri ricordi, quindi, da orizzontali sono diventati verticali.

Cambiando formato però è inevitabilmente cambiato anche il modo di raccontare.

Nel “vecchio” formato orizzontale, infatti, l’ampiezza dello sguardo permette una vista sullo spazio che più si avvicina alla visione umana.

Nel formato in verticale invece, c’è una maggiore enfasi su un soggetto rispetto all’ambiente.

A tal proposito, abbiamo fatto un po’ di ricerca e ci siamo resi conto che anche “ai piani alti” il formato verticale è stato sdoganato:


Il regista premio Oscar Damien Chazell , i cui lavori precedenti includono Whiplash, La La Land e First Man, ha collaborato con Apple per creare un cortometraggio completamente girato in verticale.

Infine, anche nell’home entertainment il formato verticale sta prendendo piede. Durante il suo ultimo evento, Samsung ha presentato Sero: smart TV in grado di ruotare su sé stessa per adattarsi al formato del proprio contenuto.


Tirando le somme, quindi, non esistono formati giusti o sbagliati ma solo formati funzionali al contenuto ed al mezzo. È fondamentale però chiedersi, all’inizio di una produzione, quale sarà la destinazione del video.

E poi chissà, forse, tra qualche anno, nascerà anche “Vertical youtube”.

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