Generi: un’opzione creativa

Dal western al giallo, dai film cappa e spada alla commedia romantica, quante sfaccettature ha il cinema?

Perché si parla di cinema di genere, cosa significa?

Alcuni riconducono la cinematografia di genere ai film d’exploitation e ai B-movie, ma l’espressione deriva dalla presenza di una distinzione netta tra diversi generi stereotipati: infatti l‘espressione “di genere”, che veniva già usata per le altre arti, non solo per il cinema, aveva originariamente un’accezione dispregiativa.

L’espressione “cinema di genere” è stata spesso usata in contrapposizione a quella di “cinema d’autore” o “impegnato” o anche “cinema d’essai”, caratterizzato da una ricerca di maggiore cura dei contenuti e della qualità, considerato rivolgersi a un pubblico più colto, in quanto quello di genere era ritenuto “commerciale” e troppo poco politicamente impegnato.

Fortunatamente nel corso degli anni il cinema di genere ha perso quell’antica nomea di cinema inferiore ed è riuscito a districarsi bene trovando spazio anche agli occhi di un pubblico più critico ed esigente.

Ma perché parliamo di cinema di genere?

Perché in qualche modo la questione dei generi non è necessariamente legata al mondo del cinema.

Non tutti ci pensano, ma sfruttare i generi per raccontare qualcosa, può essere un’opzione anche in ambito commerciale.

Quanti spot fanno il verso al cinema western o al film d’azione? E perché non pensare di raccontare attraverso un genere un’azienda o il video di un evento?

Tutto è possibile a livello creativo. I generi sono dei format e possono essere sfruttati per raccontare un’infinità di prodotti, servizi e identità.

Cosa ne pensate voi? Qual è il vostro genere cinematografico preferito?

#fluxxvideomagazine torna settimana prossima!